Resilient Mothers, un nuovo progetto dedicato alle mamme affette da MICI

Resilient Mothers è il nuovo progetto di AMICI Onlus, Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, realizzato in collaborazione con ISHEO, azienda specializzata in sintesi di evidenze e valutazioni di tipo economico e sociale in campo sanitario, e firmato dalla fotografa Chiara DeMarchi, ideatrice del progetto Invisible Body Disabilities. Nasce dalle due esperienze di maternità di Chiara, la quale ha lottato molto a causa della malattia, la rettocolite ulcerosa e vuole, unire le voci delle donne e delle madri che sono affette da malattie infiammatorie croniche intestinali e sensibilizzare riguardo a queste tematiche grazie alla raccolta di testimonianze, pensieri ed esperienze delle partecipanti, raccontate in fotografie artistiche e video riprese.

© Chiara DeMarchi 2017

Scopi ed obiettivi. La gravidanza, ma soprattutto il post-parto sono tanto momenti magici quanto ricchi di preoccupazioni nella vita di ogni donna, a maggior ragione per chi è affetta da malattia di Crohn o colite ulcerosa. Resilient Mothers ha dunque l’obiettivo di seguire il percorso delle gestanti e delle neo-mamme affette da MICI e di favorire una maggiore consapevolezza sul tema della maternità, gravidanza, allattamento e altri aspetti correlati per questa tipologia di pazienti. Verranno quindi messi a punto, mediante l’aiuto di un team di specialisti guidati da ISHEO (come gastroenterologi, nutrizionisti, psicologi, ginecologi, ostetriche), strumenti di informazione da diffondere tra le donne con MICI in età fertile.

Se da un lato il progetto vuole celebrare il miracolo della nascita e l’emozione della gravidanza, inneggiando alla potenza femminile, dall’altro si prefigge l’obiettivo di tranquillizzare e rendere consapevoli le future mamme; informare riguardo la compatibilità farmaco-allattamento e farmaco-gravidanza; essere dalla parte delle mamme che non riescono ad allattare al seno o che non riescono ad avere una gravidanza fisiologica a causa di malattia/terapie farmacologiche; supportare nella eventuale depressione post-parto dovuta anche alle ricadute; favoreggiare parti più rispettati e meno traumatici che possono portare a forti recidive della malattia; non far perdere le speranze a chi decide di affrontare una gravidanza pur avendo subito uno o più interventi o essendo portatrici di stomia; sensibilizzare riguardo le MICI e far comprendere le difficoltà che una futura mamma o neo-mamma deve affrontare ogni giorno; creare una rete di supporto, condivisione e connessione positiva.

© Chiara DeMarchi 2018

Voci ed immagini. La fotografia è un mezzo di comunicazione immediato che lascia trasparire emozioni e racconta i percorsi di vita di una persona congelando una serie di attimi. In questo progetto, Chiara ha pensato di unire alle immagini alcune video interviste che possano dare voce alle donne e alle madri:

Ciò che vorrei fare é lanciare un messaggio di coraggio e speranza, un messaggio intriso di forza e consapevolezza affinché mamme e future mamme affette da MICI, come me, possano vivere la maternità nel modo più sereno e con il maggiore supporto ed informazione possibile. Questo perché l’ho vissuto sulla mia pelle e su quella dei miei figli e grazie a queste difficili ma al contempo meravigliose esperienze, ho imparato che la paura si dirada per mezzo della consapevolezza.

© Chiara DeMarchi 2018

Continua dunque la collaborazione con il filmmaker J. J. Bustamante (Make1Movie) che ha aiutato Chiara nella realizzazione del primissimo video per il progetto Invisible Body Disabilities, che sulla pagina Facebook conta più di 120 mila visualizzazioni, e che è diventato un importante strumento di sensibilizzazione ed educazione, per far conoscere sempre di più queste disabilità invisibili creando una grande rete di supporto ed energia positiva.

 

Chi può partecipare? Il progetto è dedicato a donne, madri e future madri che hanno il piacere di raccontare e condividere il loro percorso di maternità con una MICI, che vogliono celebrare il proprio corpo nonostante la stanchezza e i segni visibili e non, causati dalla malattia, per ricordare quanto si è lottato e quanto si è anche vinto, essere un esempio di speranza e coraggio lasciando un messaggio positivo per le future generazioni fatto di resilienza, rinascita e consapevolezza.

© Chiara DeMarchi 2018