La consapevolezza di non essere sola – progetto Resilient Mothers

Diventare mamma con questa patologia può spaventare inizialmente, anche se non dovrebbe. Ed è proprio qui che entra in gioco il rapporto medico-paziente.

Io mi ritengo estremamente fortunata in questo senso perché sia il mio gastroenterologo che ginecologo sono due angeli per competenza, disponibilità e umanità. Dopo la nascita dei primi due figli ho sofferto della famosa depressione post-parto, probabilmente a causa del fatto che ero molto disorientata. Tornare a stare male dopo nove mesi di benessere era stato un trauma, a cui si aggiungeva la responsabilità di una nuova vita di cui occuparsi.

© Chiara DeMarchi

La mia salvezza dopo entrambi i parti è stato il mio ginecologo in primis, e poi il pediatra dei miei figli. In quel periodo mi dissero: “Una mamma che non sta bene, non potrà far star bene suo figlio. Se la mamma sta bene, il bimbo è sereno: faccia tranquillamente allattamento artificiale e basta”. MIRACOLO. Sentirmi dire queste parole ad appena dieci giorni dal parto fu per me una salvezza a livello psicologico, nonostante la malattia si fosse ripresentata dopo entrambi i parti.

© Chiara DeMarchi

Per il terzo figlio ero preparata psicologicamente, sapevo che non mi avrebbero dato facilmente il latte artificiale e sapevo che altrettanto difficile sarebbe stato farmi dare tachipirina e cortisone (la mia terapia anche in gravidanza). [su_pullquote align=”right”]La malattia sfortunatamente non si era mai arrestata[/su_pullquote] La malattia era scoppiata di nuovo, ma avevo tutti i farmaci in valigia assieme ad un ciuccio, una bottiglia di latte in polvere e un biberon sterilizzato: le mie ancore di salvezza.

Non ho avuto bisogno di assumere farmaci per la depressione post-parto e avere sotto controllo la malattia mi ha fatto ritrovare la serenità che mi ha permesso di allattare fino a diciotto mesi. Allattare per così tanto non è stato facile, soprattutto per via dei crampi e dei dolori che l’analgesico non riusciva a placare. Eppure ho trovato la forza in me stessa!

© Chiara DeMarchi
© Chiara DeMarchi

Ad oggi sono disponibili tante terapie compatibili con la gravidanza e l’allattamento, bisogna affidarsi al proprio medico ed informarsi. L’essere ammalata non richiede compassione, ma COMPRENSIONE! La gravidanza, così come l’allattamento, possono essere vissuti in modo del tutto normale in condizione di remissione e sotto cure mediche.

Chantal, malattia di Crohn, mamma resiliente di Maycol Logan, Maya Layla e Marlon Liam