Mi chiamo Elisabetta, ho 34 anni e 2 patologie rare che hanno colpito il mio esofago e il mio intestino. Per la precisione soffro di acalasia esofagea e di pseudostruzione cronica intestinale.
In questi anni la vita è sfuggita di mano troppe volte, ricoveri lampo e interventi d’urgenza. Troppo tempo passato dentro alle strutture ospedaliere più specializzate, ma ahimè, soluzione non c’è. E’ risaputo, dopo la tempesta esce sempre il sole, per tutti!
Un ringraziamento speciale va alla mia mamma, che ora veglia su di me, e a tutta la mia famiglia. Senza di loro non ce l’avrei fatta.
Oggi sono una persona molto diversa da quella di un tempo, ovviamente in senso positivo, perché sono cresciuta ed ho imparato ad apprezzare anche una semplice boccata d’aria fresca. Perché è proprio quando ti vengono tolte anche le abitudini più naturali, riesci ad assaporarne l’essenza.
A me è toccata una vita da guerriera e alla fine vincerò sempre e solo io.
Vorrei che il mio messaggio arrivi carico di forza e speranza per chi come me ha vissuto il buio. Esiste solo un accettare e un imparare a convivere con ciò che è rimasto del mio corpo, intervento dopo intervento.
Nulla di cui vergognarsi!
Sono una stomizzata (ancora provvisoria), per la seconda volta, e finché non si capirà qualcosa in più, sarà sempre un riserbo toglierla via. Se ripenso a quanto male sia stata, preferirei continuare a rimandare perché la paura di poter stare ancora male è nettamente superiore al dover convivere con questa realtà.
Elisabetta, acalasia asofagea e pseudostruzione cronica intestinale.